/ /

'Get Lost' (2009) - recensioni:

/

Beautiful Freaks

01/11/2010

Phono Emergency Tool Get Lost (Autoprodotto) Chiudete gli occhi e immaginate di farvi cullare lentamente da un’amaca con un bel thè caldo a riscaldarvi le mani. Fatto questo premete il tasto play su “Get Lost” e lasciatevi abbandonare dalle melodie di questo trio bolognese dal sound tipicamente d’oltre Manica. Non so quando avrò il tempo di assaggiare il vostro infuso prelibato ma sono totalmente sicuro che il suo gusto sarà particolarmente Sixties e con un retrogusto dal sapore Brit Pop anni ’90. E’ proprio questa la direzione musicale verso cui sono diretti gli emiliani PET ovvero Andrea (chitarra e voce) e Sandro Sgarzi (basso e voce) e Marco Lama (batteria) power trio attivo dal 2003 e adesso dopo l’uscita del primo omonimo album alla seconda fatica autoprodotta. Le nove tracce di questo album scorrono una dopo l’altra senza sbavature con arrangiamenti più che orecchiabili con i classici riff che non ti si scollano dal cervello in cui l’influenza dei Beatles (“The Wind” “Strange Women Strange Men”) e soprattutto dei Blur (“Double Me” “No Name Man” “Time”) si percepisce dal primo fino all’ultimo accordo. Da segnalare “Gladness Gland” che dà un pizzico di psichedelica al disco e “Reality Distorsion” che sembra rievocare lo spettro di John Lennon da un momento all’altro. Nonostante i PET non resistano alla tentazione di affondare le proprie radici sonore nel fantastico mondo dei Fab Four riescono comunque a dare un tocco di originalità e di maturità alla propria musica tale da poter essere considerati una sorta di ponte musicale tra gli anni sessanta e gli anni novanta. Spero che a differenza della maggior parte degli artisti dell’underground nazionale la formazione emiliana riesca a riaffiorare in superficie e non resti immersa nell’oceano dell’autoproduzione nel buon auspicio che qualche malinconico dei Sixties si accorga di loro. Nostalgico. (Claudio Ventura) Per contatti: www.phonoemergencytool.it

Claudio Ventura

/

kdcobain.it

07/07/2010

Nel secondo album autoprodotto dei Phono Emergency Tool emergono tutte le sfumature del pop-rock successive all’ondata Beatles. Il loro è uno stile molto lineare che gioca con sonorità retrò ma che unisce la forza del beat con quella dell’indie-rock. “Get lost” non si riduce a semplice brit-pop anche se qualche richiamo alle band inglesi della metà degli anni 90 si scorge tra le pieghe di alcuni brani ma il sound dei Phono Emergency Tool non segue le mode. Basta ascoltare brani freschi e diretti come “Double Me” che apre il disco con la sua energia per rendersi conto che il songwriting dei fratelli Andrea e Sandro Sgarzi accompagnati da Marco Lama non è il solito pop-rock. La title-track e “Time” sono altri due esempi di pezzi dove melodie e energia si fondono in un connubio vincente. “Get lost” è un disco piacevole che sfodera ritornelli orecchiabili ma di buon impatto per chi nell’indie-rock cerca la semplicità.

Nicolò

/

Saltinaria.it

01/07/2010

Con “Get Lost” i Phono Emergency Tool hanno raggiunto la vena compositiva nel cuore della montagna dell'arte ed ora attingono a secchiate grandi idee. Genere: Rock Voto: 7.9/10 Ascolta anche: Quello che avete in casa di psichedelico tranne le pasticche Prima di tutto i complimenti sinceri ad un trio di tale genio e tale ballabile incandescenza. Vanno elogiati perché con “Get Lost” semplice auto produzione riescono a dare quel qualcosa in più che spesso non trovi neanche nei cofanetti dei big: la buona musica. Il signor Sgarzi Andrea che firma quasi tutte le canzoni ha una tale inventiva ritmica che possiamo solo levarci il cappello davanti al suo modo di scomporre e ricomporre il tempo. Ci sono chitarristi che sembrano solo incollare stacchetti frammenti senz'anima di un mosaico più grande di loro. Sgarzi e i Phono Emrgency Tool scavando in ricerca sonora sono andati oltre. Hanno raggiunto la vena compositiva nel cuore della montagna dell'arte ed ora attingono a secchiate grandi idee. Nulla di strano se una canzone capolavoro come “Time” divertente e scanzonata saltellante e indiavolata come una taranta rock coinvolgente come una discesa in pista sotto effetto alcool venisse cantata da Lenny Kravitz. Nulla da eccepire se in radio passassero tutto il giorno un'altra song eccellente: “The Wind” (firmata dal fratello Sandro Sgarzi) musicalmente chitarristicamente scherzosa e sospirosa o se la dolce e languida “Reality Distortion” divenisse parte dell'immaginario collettivo. Peccato che i nostri non cantino in italiano (così non capisco un accidente) ma la musica è quella che è: perle d'oro nell'oscurità. Peccato anche per qualche imprecisione forse voluta e da me fraintesa qualche sbavatura che “fa stile” ma un po' mi fa storcere il naso. Peccato per quel 7.9/10 che avrei voluto far diventare 8 ma proprio l'inglese non lo digerisco. Comunque abbiamo a che fare con dei mostri. La notizia è questa e a me da un bel po' di felicità.

Josè Leaci

/

Martelive

28/06/2010

CD MUSICA- Se sentite la mancanza dell’energia del rock anni Sessanta questo è il disco che fa per voi. Ma non pensate che si tratti di un lavoro nostalgico e legato indissolubilmente a tempi che non ritorneranno mai tutt’altro. Get lost degli emiliani Phono Emergency Tool è un lavoro che strizza l’occhio al sound d’oltre Manica che tutti noi conosciamo e su questo non c’è ombra di dubbio. Ma attenzione: non si tratta della classica brutta copia dei dischi che hanno fatto la storia senza identità né slanci vitali. Qui la matrice beatlesiana e più in generale britannica è felicemente accompagnata da un gusto fresco e spontaneo che si lega alle più recenti esperienze di indie rock. E così l’eco dei Beatles (più che evidente in un pezzo come “Reality distorsion”) si accompagna a tutta quella schiera di nomi che stanno lentamente scrivendo la storia della musica dei nostri tempi: sullo sfondo si muovono i Blur i Franz Ferdinand gli Arctic Monkeys e i Foo Fighters senza contare la forse involontaria somiglianza con i primissimi Red Hot Chili Peppers. I pezzi sono energici e ben strutturati ed è impossibile non farsi prendere dal ritmo trascinante di alcune tracce dove sono i piatti e il rullante a dettare le regole del gioco insieme alle chitarre che non disdegnano l’utilizzo della distorsione. I testi sono tutti rigorosamente in inglese adatti a una voce che non è particolarmente potente ma in fin dei conti molto espressiva. Disco apprezzato e consigliatissimo…

Federica Cardia

/

Troublezine.it

07/06/2010

Basta fronzoli si torna all'origine del rock. Chitarra basso batteria e voce chi lo dice che per far musica serve dell'altro? Sicuramente non lo dicono gli emiliani Phono Emergency Tool che con questo lavoro confermano la teoria mettendo in pratica tutta l'essenza della musica. La basi ci sono tutte ci si affonda a piene mani negli anni sessanta nei Beatles in particolare con melodie orecchiabili e mai banali e si torna in superficie con gli anni novanta dei Blur. Il risultato sono sedici tracce studiate in maniera quasi perfetta. Rock and roll ispitato. Riff ruvidi e ritornelli sognanti che ti si incollano al cervello. Tutto quello che si cerca in una indie band concentrato in tre ragazzi bolognesi alla loro seconda autoproduzione. Sicuri di non volergli concedere neanche un piccolo ascolto?

Eleonora Merlini

/

Rock Impressions

10/05/2010

A volte capita che una band sconosciuta ma con tanta gavetta alle spalle riesca ad emergere dal mare magno della scena underground nazionale ma la maggior parte di questi artisti resta confinata nell’autoproduzione o finisce sotto le grinfie di qualche dubbio personaggio che li vampirizza. Gli emiliani Phono Emergency Tool sono una band di talento ma fino ad oggi sono rimasti nell’ombra dell’autoproduzione nonostante questo sia il loro secondo album e che sia un bel disco. I PET sono il classico power trio e propongono un indie rock con molte influenze classiche e moderne un filo rosso che parte dai Beatles e arriva fino agli Eels e ai Radiohead. Si parte con “Double Me” e si sente subito che la band col tempo ha acquisito una certa esperienza sia a livello esecutivo che compositivo si sente il mestiere l’affiatamento non è un brano epocale ma dimostra la personalità del gruppo con un rock diretto ma non banale. “Get Lost” ha proprio un bell incedere quasi alla RHCP con un cantato martellante e un riff di chitarra molto graffiante. Incantevole la solare “Strange Women Strange Men” dove si sente maggiormente l’influenza dei gruppi sixties dai Beatles ai Throggs. Molto particolare e acida “Gladness Gland” che aggiunge un tocco di psichedelia. “No Name Man” è retta da un riff di chitarra molto garage segno di una buona cultura rock. Si prosegue con mano sicura fino alla conclusiva “Reality Distortion” si alternano momenti elettrici ad altri più intimisti e pacati ma il gruppo riesce sempre a convincere. Get Lost è un disco diretto che contiene del buon rock onesto e ben fatto forse non darà la notorietà ai PET ma di sicuro hanno acquistato la mia stima e mi auguro che presto qualcuno si possa accorgere di loro. GB

GB

/

SentireAscoltare.it

05/05/2010

[...] Discorso diverso per gli emiliani Phono Emergency Tool che già ci avevano convinti ai tempi dell'omonimo esordio e che con Get Lost (autoprodotto 7.3/10) rinnovano la fiducia accordata loro. A dirimere i punti interrogativi dei più scettici un'esplosione di chitarre Pavement (Get Lost) stramberie in stile Robyn Hitchcock/Beck (Strange) e una vena pop che cita gli XTC mirando nel contempo a una melodia obliqua dal gusto sopraffino. Stupisce non poco vedere un gruppo con queste potenzialità non rientrare ancora nel roster di qualche etichetta lungimirante. Restiamo in attesa convinti di un imminente mea culpa.

MasCara

/

Comunicazione interna

26/03/2010

Get lost ultimo lavoro dei Phone emergency tool è un disco pop- rock dal sapore retrò anni settanta. Negli ultimi tempi sembra che molti gruppi guardino al passato per realizzare i loro lavori e i nostri non sono da meno dimostrando di aver consumato molti vinili sotto le puntine dei propri giradischi. L’album è ben costruito nulla è lasciato al caso ed il risultato è un’opera che scorre piacevolmente alternando brani più tirati come le prime due tracce "Bouble me" e "Get lost" a ballate più soft come "strange women strange men" e "gladness gland". Il sound è orecchiabile in alcuni passaggi richiamano alla mente band come i julie’s haircut e gli Yuppie flu. Uno dei pezzi più belli è "The Wind" canzone rock particolarmente ispirata dove le chitarre disegnano riff davvero azzeccati. Brano di chiusura "Reality distorsion" è quella che mi ha appassionato di più e nella quale i nostri si son lasciati più andare pensando meno alla forma e più al contenuto. Sembra di aver a che fare con un pezzo riportante alla mente i Blur anche per lo stile del cantante ed emergono in maniera più netta tutte le loro potenzialità espressive. E’ da qui che dovrebbero ripartire a mio avviso per i prossimi lavori operando sulla definizione di un suono identificativo e personale. Marco Santilli

Marco Santilli

/

Extra ! Music Magazine

18/03/2010

Sono sempre stato un tenace sostenitore (con riserva) dei terzetti chitarra-basso-batteria nella musica a mio parere la vera essenza del rock: una formazione ridotta all’osso nella quale poter sviluppare al massimo l’intimità e la chimica senza fronzoli. E con questo ”Get Lost” seconda autoproduzione degli emiliani Phono Emergency Tool ne ho l’ennesima prova. Si percepisce subito una buona intesa e solidità tra i membri della band generata da una discreta esperienza live qualche presenza da segnalare nelle radio italiane ed estere ma soprattutto la capacità polistrumentistica dei tre che li pone democraticamente sullo stesso piano; il lavoro si appoggia sulla vena compositiva di Andrea Sgarzi (ad eccezione di un paio di canzoni del fratello-bassista Sandro Sgarzi) e sulla sua voce che a volte però si fa troppo timida e viene sovrastata da tutto il resto. Si tratta di un album che assorbe mastica ingoia ed elabora un’ ispirazione nostalgica tra sonorità sixties e qualche escursione nineties senza mai cadere nel già visto o già sentito: certo i richiami sono forti ma il rischio viene coperto dalla naturale qualità del gruppo ed il fatto si sapersi staccare al momento giusto per percorrere il resto della strada da soli. L’ atmosfera è condita con spolverate di Gomez e la rudezza dei Pavement con accordi pop ma mai banali che non sovraccaricano l’opera: su tutte “Get Lost” e “Time” hanno una forte carica dichiaratamente Blur di metà anni ’90 quella della sperimentazione del pop chitarristico. Con “Strange Women Strange Men” la scena si fa più zuccherosa soffice con quel ritmo easy da spiaggia intorno al falò. Il disco non accelera mai più di tanto mantenendo la stessa velocità di crociera in tutte e nove le tracce e centrando qualche ritornello che rimane inchiodato in testa: vero e proprio indie made in Italy all’ inglese.

Daniele Bagnol

/

Asap Fanzine

11/03/2010

I Phono Emergency Tool sono una formazione emiliana formata da Andrea Sgarzi (chitarra/voce) Sandro Sgarzi (basso/voce) e Marco Lama (batteria). L'album Get lost che siamo andati ad ascoltare mischia sapientemente pop rock e anche un po’ di funky. Sicuramente i tre strizzano l’ occhio al sound d’oltremenica in particolare con il brano che dà il titolo al disco ma con un’originalità comunque marcata. Le sonorità ricercate non penalizzano il risultato d'insieme comunque godibilissimo le atmosfere new sixties sono quello che di meglio si può segnalare in questo lavoro i brani più appetitosi Gladness gland Perfect kind e Reality distorsion che mi sembra un buon omaggio agli anni dei Fab Four. Marco Colombo

Marco Colombo

/

Radio Beckwith

19/02/2010

Una giovane band emiliana con una grande passione per il rock classico e tanta forza di volontà ha pubblicato il primo album completamente autoprodotto, scegliendo la formula creative common per dare più possibilità alal propria musica. Sono i Phono Emergency Tool. Si chiama Get Lost ed è l’album con cui i Phono Emergency Tool si fanno conoscere al pubblico. Un album rock che si rifà all’accezione più classica del termine, ispirandosi ai grandi nomi del passato e contemporanei. Provenienti da esperienze musicali diverse, i PET sono composti dai fratelli Andrea e Sandro Sgarzi e dal batterista e chitarrista Marco Lama. Grazia alla loro notevole capacità tecnica come polistrumentisti di diverse formazioni regionali, i componenti dei PET si sono subito ritrovati su un terreno comune, caratterizzato da sonorità rock pulite e strutturate, ben coese, nelle quali da subito i tre si sono trovati a loro agio, soprattutto nell’esperienza live, una delle parti più importanti e forti della loro musica. In questo album, i PET esplorano il rock riprendendo e rielaborando vecchi ascolti, rivedendo ciò che di più importante a raopresentanto per loro la musica nel corso del tempo. Un bel tributo al padre di tutti i genre musicali, con tracce originali e ben realizzate.

Denis

/

Nerds Attack

15/02/2010

Molto interessante questo ‘Get Lost’ ultimo lavoro dei Phono Emergency Tool un power trio al secondo lavoro autoprodotto ma che esiste come realtà dal 2003. Compare per la prima volta nella compilation ‘Soniche AvventureVIII’ (2003 Fridge Records) ma nel giro di poco tempo Andrea Sgarzi (chitarra/voce) Sandro Sgarzi (basso/voce) e Marco Lama (batteria) si uniscono per formare la band definitivamente. Ecco quindi che i PET mettono in comune le loro precedenti esperienze musicali anche in vesti diverse (tutti e tre hanno suonato chitarra basso e batteria) tirando fuori l’intesa giusta e solidità nel sound. Nove tracce per questa loro ultima autoproduzione. Rock’n’roll melodico e schizzato. A suo modo ricercato. Mi spiego: di base le tracce sono immediate semplici pop ma ad un ascolto più attento si notano raffinatezze come la tendenza a giri di accordi e melodie meno banali in stile Beatles o Blur se così si possono descrivere. ‘Double Me’ la traccia d’apertura deve molto ai Blur mentre i brani ‘Get Lost’ e ‘Time’ sono palesemente ispirati alla musica di Beck il primo con un po’ di funky mentre il secondo tendente al pop. Il resto dell’album mantiene lo stesso ritmo tranne che per il brano di chiusura ‘Reality Distortion’ dai toni più intimi. [***] Marco Casciani

Marco Casciani

/

The Ship Magazine

22/01/2010

Assurgere ai fasti del loro primo lavoro e superarlo qualitativamente è stato l’obiettivo dei Phono Emergency Tool che confermano la loro qualità pubblicando questo nuovo Get Lost con nove variegati brani. Frammenti distorti quali ‘Double me’ o ‘Gladness gland’ e rovinose evoluzioni melodiche come in ‘Perfect kind’ si ergono al ruolo di incipienti introduzioni a rarefatte combinazioni tra urgenza rock e indie d’autore. La voce straziante di Andrea Sgarzi scava a fondo tra le macerie di una musica che pur non perdendo mai il filo conduttore con l’aspetto più classico delle sue fondamenta indie-pop eccelle in questo album in schizofrenia e capacità di deviare anche per pochi secondi dal tessuto sonoro basilare. Verso la fine c’è tempo per altri due bei brani come ‘The Wind’ e ‘Reality distortion’ dove l’immaginario rock primi novanta periodo grunge per intenderci emerge nel suo immaginario più che nei suoni raggiungendo in ‘The Wind’ il suo apice armonico e luminoso che mi ricorda molto gli Afghan Wings. Se l’intenzione del gruppo era quella di ribadire la consistenza della propria proposta musicale scevra dai soliti limiti italiani Get lost raggiunge agilmente il suo scopo. Sdoganateli. 78/100 Maurizio Di Battista

Maurizio di Battista

/

Sound Magazine

14/01/2010

Quando l’indie rock incontra un delizioso pop/rock anni Sessanta non si può far altro che sorridere ed ascoltarlo facendo cose che ti fanno star bene perchè è un ottimo accompagnamento. Bevendo quindi un tè caldo ho ascoltato a riascoltato “Get Lost” seconda fatica autoprodotta di questo promettente gruppo. L’atmosfera è senza dubbio spensierata si è cullati da arrangiamenti cortesi e sempre orecchiabili che non peccano mai di sbavature o perdita di smalto. Belli i suoni dal sapore surf-beat che verrebbe voglia di sentire in vinile per assaporarne fino in fondo il sapore. L’unico neo che mi sento di trovare è che talvolta la voce suona poco convinta ed insicura cosa che appiattisce lievemente l’entusiasmo che le canzoni lasciano naturalmente addosso. Questo però sicuramente non toglie qualità e raffinatezza a “Get Lost” che appare come un album maturo e godibile da tutti i palati. Forse potrei indovinare i gusti musicali dei componenti della band citando Beatles Blur John Lennon Beck Gomez e Pavement ma fortunatamente i Phono Emergency Tool non appaiono mai una brutta copia dei gruppi appena citati riuscendo a ritagliarsi uno spazio personale ed unico. Consigliato ai nostalgici agli assetati agli innamorati agli affamati e a tutti coloro che vogliono passare bei momenti!

Valentina Zardini

/

BeatPopALula

04/01/2010

I fratelli Andrea e Sandro Sgarzi con Marco Lama meglio conosciuti da tutti come Phono Emergency Tool non solo - come già avvenuto per il precedente disco – ci sfidano di nuovo alla caccia all’errore ad un qualcosa fuori posto che so una stecca o un congiuntivo lirico che stona che non si trova mai anche a starci ore su ore ad ascoltarli ma addirittura in questo nuovo Get Lost surclassano se stessi in fatto – sindrome acretiva che tenta tutti dopo uno o due lavori - di non scegliere scorciatoie puntando sull’ego e di tenere duro nel “fare un baffo sonoro” alle mode. Sono fantasticamente lì nell’eldorado di quel pop-indie che nel dopo Beatles ha scremato il fior fiore del nuovo lessico musicale tenendo su un piatto d’argento – in pari misura – forma e sostanza forza e concretezza. Fresco limpido e sporco il giusto il groove del trio dei PHT non ha nulla a che vedere - verità assoluta – con la carta d’identità italiana e con quello che siamo abituati a sentire tra le mura di casa nostra portano avanti per nove tracce una precisione meticolosa negli arrangiamenti e nei contenuti senza mai appesantire l’ascolto con quell’indolenza guascona tutta Brit che dialoga mira e colpisce il “repeat mnemonico” atto al ricantare o fischiettare nuovamente il tutto. La forma-canzone con la prerogativa killer che il trio bolognese ritaglia con l’occhio puntato rivolto oltre-Manica è confezionata in ballate shake ritornelli da juke-box seventies No-Name man Double me jumping anni 90 alla Blur Get lost Time Perfect kind areazioni sublimi Lennoniane Reality distortion e tutta l’atmosfera City London che va dai Suede Supergrass e l’adesso solitario e occhialuto Graham Coxon Strange women strange men. Non c’è il disastroso “tripudio mischia” nell’andare piacevolissimo di questo bel prodotto discografico chitarre voci basso e batteria entrano ed escono con canagliesca eleganza capaci di raccontare – in un finalmente vero inglese - una storia attraverso una pulizia d’insieme tremendamente cool professionalmente al di sopra di ogni sospetto. I Phono Emercency Tool suggellano con questo - e diciamolo schiettamente - secondo capolavoro di smalto indie ovviamente non ci portano dirimpetto a quello strapotere che le canzoni hanno nel farci lacrimare pensare decidere e magari dare un cambio netto alla vita ma quello di vederla e sentirla sotto altri aspetti ci sta tutta. Appurato veramente consigliato altrettanto.

Massimo Sannella